La nostra storia per conoscerci meglio
Noi siamo ciò che ricordiamo di essere. La nostra memoria è come un diario, una sorta di salvadanaio dello spirito, che racconta i fatti più pregnanti della nostra vicenda umana. Distruggere la memoria equivale a distruggere il fondamento, la base della nostra identità e della nostra continuità nel tempo. Perché tutto ciò che noi siamo ha le sue radici nel passato ed esiste per la fecondità del sacrificio di chi ci ha preceduto.

Ritornare alle nostre radici, prenderne consapevolezza attraverso i volti delle persone che per prime hanno dato corpo all’avventura corradiniana, è un po’ come predisporre una specie di grana, sempre disponibile, dal quale attingere “semi di santità” da far fruttare per il duro inverno dello spirito. Ed è allora che si verifica qualcosa di straordinario. Vi siete mai imbattuti in una di quelle antiche pitture su tela? Invecchiando, la pittura si fa trasparente al punto che è possibile scorgere le linee originali che vi si nascondono sotto: un albero dietro un abito da donna, un viso arcigno dietro un sorriso, una nave che naviga in mare aperto dietro un paesaggio campestre. Così, dietro la pittura invecchiata delle nostre origini possiamo vedere ciò che c’era per noi una volta e ciò che c’è per noi adesso…
Suor Loreta Santucci Corradini
Apriamo la nostra pinacoteca di famiglia. Un posto di onore spetta senza dubbio a Suor Loreta Santucci Corradini (1653-1723). Sorella uterina del Servo di Dio Pietro Marcellino Corradini, ella visse in umile nascondi-mento: incaricata del vino, in qualità di aiutante cuciniera del Monastero, era un esempio vivente di umiltà e di carità. E questo la rendeva particolarmente preziosa ai suoi occhi: egli si raccomandava con fiducia alle sue preghiere, ne apprezzava il parere assennato, sollecitava il suo consiglio.
Nel maggio del 1723, suor Loreta si ammala grave-mente: revoca il suo testamento ed istituisce il fratello cardinale erede universale dei suoi beni, esprimendo però la volontà che tutto venga lasciato al Monastero. Il necrologio redatto con cura dalle prime religiose della Congregazione corradiniana, ne tratteggia i lineamenti essenziali con queste parole: «A dì 23 maggio 1723. Suor Loreta Santucci Corradini, sorella uterina dell’Eminen-tissimo Fondatore, il Sig. Cardinale Corradini, visse in questo Monastero, con fama di santità e virtù. Singolare nel dono dell’orazione, favorita da Dio con grazie anche straordinarie, dedita alla carità verso i poveri e perfetto esemplare di virtù. Per la sua profonda umiltà, chiese in grazia al Signore di putrefarsi subito dopo la morte e fu esaudita. Per la singolare devozione con cui venerava il mistero dell’Augustissima Trinità, le fu anche concesso di morire nella festa della stessa…».
Suor Franca Maria Palermo

Ritratto di Suor Maria Franca Palermo,
prima Superiora del Collegio di Maria all’Olivella – 1721
Il nome di Suor Maria Franca Palermo si lega significativamente alla fondazione del primo collegio di Maria in Sicilia, l’Olivella. Descritta come «donna forte e saggia», in grado di «portare il peso e l’onere dell’opera di cui doveva essere capo e fondatrice», viene considerata come «Madre comune di tutte le Collegiali del Regno di Sicilia dalla medesima formate».
L’elogio posto in calce al quadro che la ritrae così recita: «Soro Maria Franca Palermo, che fu tutta d’Iddio e tutta in Dio, nel secolo visse qual solitaria romita fin tanto che con chiara, e sensibil voce chiamata dal Signore ad esser sua cara sposa, e scelta per fondatrice de’ Collegi di Maria SS.ma nel Regno di Sicilia, fondò questo primario Collegio nell’anno 1721, quale resse sino all’ultimo del suo vivere; la sua umiltà, carità, obbedienza, zelo, disprezzo di se stessa, pazienza, furono in grado eroico: quindi chi la trattava la riconosceva per santa […]. Avea una familiarità con Dio, da cui non sapea allontanarsi, e da cui era mirabilmente istruita e consolata in varie occorrenze. Patì aridità e desolazioni di spirito incredibili, quali maggior-mente l’afflissero nella sua ultima e lunga malattia che, purificandola qual oro nel crogiolo, la portò a godere le delizie del Cielo a 17 decembre 1765, in età d’anni 84».
Suor Nazzarena Aversa
Suor Nazarena Aversa (1700-1745) è ricordata come fondatrice del Collegio di Maria di Monreale. Adorna di tutte quelle virtù che rendono luminosa la santità, la sua vita puntò all’assoluto amore di Dio: povera, obbediente, puntuale nella preghiera, ella visse alla presenza del Signore e sentì ardere forte dentro di sé il fuoco vivo dell’impegno a favore delle anime.
La fondazione del primo Collegio di Maria all’Olivella destò grande interesse e grande gioia dentro al suo cuore: comprese che la Provvidenza l’aveva designata a diventare fondatrice di un simile Collegio in Monreale. Con generosità, lasciò ogni cosa per dedicarsi al progetto che Dio aveva riservato per lei. Il suo governo fu un segno tangibile della sovranità di Dio: la soavità e la delicatezza del comando si unirono in lei a fortezza e vigilanza. La malattia, i continui digiuni, le tentazioni, le inquietudini, le calunnie la prepararono all’incontro finale con lo Sposo divino. Morì il 9 gennaio del 1745.
Suor Maria Antonia Lauricella

Ritratto di Suor Maria Antonia Lauricella
Collegio di Maria di Palma di Montechiaro
Suor Maria Antonia Lauricella (1740-1815), fu religiosa nel Collegio di Maria di Palma di Montechiaro dove si impegnò con fervore a servire il Signore nell’osservanza delle regole, nella preghiera, nel sacrificio, nella povertà. Amava soffermarsi sulla passione di Gesù, sulla sua umanità e sugli attributi di Dio; il centro della sua devozione era costituito dall’Eucaristia e dal sacrificio eucaristico.
Sebbene fosse sprovvista di cultura e di formazione teologica, tuttavia per ispirazione divina scrisse molti libri sull’orazione, su Gesù Cristo, sulle virtù. In un quadro è raffigurata mentre scrive assistita da un angioletto; l’iscrizione che accompagna l’immagine dice tra le altre cose: «La morte crudele ha rapito la nostra madre, ma non si è allontanata da voi se non col corpo […]. In questo sacro collegio vi fu madre, sostegno, rifugio, dal cielo sarà sempre avvocata, provveditrice, decoro vostro e del vostro collegio. Nell’ultima infermità ricevette nel suo corpo le stimmate dello Sposo celeste».
Suor Maria Candida Uris
Suor Maria Candida Uris visse come conversa nel Collegio di Maria La Sapienza. La virtù che sempre spiccò in lei, oltre l’innocenza battesimale, fu la piena ed incondizionata adesione al volere di Dio. Era instancabile nella preghiera e poiché il continuo lavoro e la fatica quotidiana le sottraevano molto tempo, impiegava la notte nella conversazione con Dio. Godeva della presenza dello Sposo divino che avvertiva sempre vigile al suo fianco, pronto a rincuorarla e a sollevarla da ogni angu-stia. Si distingueva per l’obbedienza e le mortificazioni che si infliggeva, in particolare nel mangiare.
L’amore divino che bruciava nel suo cuore si estendeva al prossimo: tante volte assisteva le inferme durante tutta la notte e lavorava di nascosto per diminuire la fatica delle altre sorelle. Mentre era novizia, ella confortava le compa-gne incoraggiandole a seguire il cammino intrapreso. Attribuiva ogni cosa a Dio, dal quale proviene ogni bontà e misericordia; perciò si assoggettava umilmente anche alla più piccola consorella, stimandola sua superiora. Osservò fedelmente gli impegni di castità, povertà ed obbedienza ed esercitò grande pazienza nelle incom-prensioni e nelle sofferenze. Sopportò con grande tran-quillità l’ultima malattia che la immobilizzò completa-mente. Morì nel 1794 assistita da numerosi sacerdoti e dalle consorelle mentre riceveva l’unzione degli infermi. Aveva solo 39 anni.
Suor Maria Teresa Caraccioli

Ritratto di Suor Maria Teresa Caraccioli,
Superiora del Collegio di Maria al Giusino – 1808 Palermo – Collegio di Maria al Giusino
Suor Maria Teresa Caraccioli fu una delle prime superiore del Collegio di Maria al Giusino, dove giunse nel 1808 dal Collegio palermitano “La Sapienza” insieme ad altre convittrici. Il suo obiettivo fu quello di sostenere la comunità che, raffreddatasi nel suo primitivo fervore, stava attraversando un momento di difficoltà e di momentanea dispersione. Suor Maria Teresa, quindi, si impegnò affinché l’ambito disciplinare e quello carismatico venissero ristabiliti. Diede pure un nuovo e più completo assetto all’edificio e alle suppellettili del collegio e della chiesa che, ormai terminata, venne solennemente inaugurata il 12 aprile 1809.
Della Caraccioli ci rimane un ritratto che la rappresenta mentre indica un libro aperto, in cui è raccomandata l’osservanza perpetua delle regole delle Convittrici della Sacra Famiglia di Sezze: un aiuto anche “visivo” a ricor-dare la casa madre e il fondatore, cardinale Corradini!